Chi siamo
Una scuola nomade senza sede fissa ma con molte variabili che indaga sul progetto, che affianca le aziende nella ricerca e sviluppo su temi di loro interesse allargandone gli orizzonti, per la costruzione di un nuovo scenario produttivo più consapevole e più attento alle contaminazioni culturali, sia distanti che circostanti.
La scuola è stata fondata da: Gianfranco Gasparini, Sabrina Poli, Antonella Bandoli, Marina Flamigni e Stefania Vannini.
Cosa offre
Un supporto concreto per una rielaborazione di una nuova cultura della ricerca e della progettazione, attivando trasmissione e contaminazione fra aziende, pensatori, persone ed esperienze fuori dal coro, attraverso l’applicazione del metodo Dragon Dreaming che si esprime in 4 passi fondamentali: immaginare, progettare, realizzare, celebrare.
Cosa realizza
La scuola realizza playground di pensiero e incubatoi di sviluppo condivisi, volti alla finalizzazione di progetti, oggetti, strategie e programmi. Meta-progetti realizzati con l’intento di uscire volutamente dal seminato per arricchire e moltiplicare l’esperienza e la visione di un singolo tema.
Come lavora
Il lavoro si realizza mediante la costruzione di incontri ad hoc. Gli argomenti sono scelti dalle imprese e possono essere frazionati in percorsi brevi e specifici. I temi vengono fissati in pochi elementi-guida e sono finalizzati all’interazione fra i partecipanti. Generalmente si tratta di 4 incontri distanziati nel tempo per agevolare il dialogo intermedio sui temi/progetti individuati dalla comunità che vi partecipa.
Presupposti
Si tratta di esperienze di revisione del proprio bagaglio culturale e professionale, necessarie per chi si confronta con un mercato, fondamentali per ripensare i modelli produttivi attuali.
The Rolling School propone nuovi strumenti di indagine che partono dal presupposto che la rivoluzione culturale in atto riguardi soprattutto il mondo della produzione, il cui processo da lineare (ideazione – prodotto – mercato) ha subito una
mutazione circolare (rete – scambio – contagio) per divenire, oggi, reticolare (ogni attore può ricoprire tutti i ruoli).
Il vecchio modello produttivo, teso alla prevenzione delle variabili, cede il passo a un modello più evoluto orientato alla contaminazione e proliferazione delle varianti.
La scuola si propone come soggetto “traghettatore” tra i due mondi, sotto la guida di professionisti in grado di filtrare la casualità, di tracciare linee guida convergenti e di creare i presupposti affinché si sviluppi il dialogo fra gli interlocutori e l’humus per una produzione più consapevole.